Il digiuno intermittente: cos’è? a cosa serve?

Iniziamo col dire che non è una dieta!

 

Oggi si utilizza come strategia nutrizionale, utile per creare un deficit calorico alternato che può essere modulato (esistono diversi tipi di digiuno), in base alle esigenze del paziente. In realtà il digiuno è sempre stato, nel corso della storia, un evento piuttosto normale da affrontare a causa di carenza di cibo e lo riconosciamo ancora oggi, a quelle religioni per le quali, in determinati periodi dell’anno rappresenta un “dovere morale” (come ad esempio il ramadan). 

 

Oggi, in maniera tutt’altro che casuale e per alcuna ragione culturale, se ne possono comunque constatare i benefici attraverso un piano nutrizionale bilanciato ma allo stesso tempo scandito, da un’alternanza di orari “di alimentazione” con orari “di digiuno”, per un determinato periodo di tempo. I suddetti effetti postivi sulla salute  sono un riflesso dei meccanismi coinvolti nella flessibilità metabolica e segnali coinvolti nel mantenimento della massa magra.


…ma attenzione!

 

Tutto un altro paio di maniche è ad esempio la cattiva e molto ricorrente abitudine di molti nel non fare MAI o quasi, uno tra i pasti principali della giornata come la colazione. 

 

La costante abitudine nel saltare un pasto non è un digiuno SANO, anzi, le ripercussioni metaboliche possono essere anche severe!

La scienza fortunatamente ci è venuta incontro, studiando in maniera precisa come, quando e per quanto tempo si possano alternare fasi di digiuno a fasi di nutrizione, quindi riassumendo:

 

A cosa serve?

 

I suoi benefici possono essere diversi, tra cui:

 

A chi viene sconsigliato?

 

Viene sconsigliato: in casi di gravidanza e allattamento, a pazienti affetti da diabete tipo 1 e/o in corso di terapia insulinica, a soggetti con disturbi del comportamento alimentare (DCA) e per tutti quegli individui con reflusso gastroesofageo e/o gastriti.